La pressione alta o ipertensione arteriosa è anche nota come ipertensione. La pressione sanguigna è la quantità di forza esercitata contro le pareti delle arterie mentre il sangue scorre attraverso di esse.
I dati mondiali su questo fenomeno sono allarmanti, basti pensare unicamente a quello degli Stati Uniti dove circa 85 milioni di persone hanno la pressione alta, questo si traduce in circa 1 o massimo 3 adulti su 20, secondo i dati forniti dall’American Heart Association la cui sigla è AHA.
Un altro dato sempre americano e portato dal National Institutes of Health, stima che circa i due terzi delle persone di età superiore ai 65 anni negli USA hanno la pressione alta.
In Italia ne soffrono oltre il 50% della popolazione.
Il caso vuole che se non trattata o non controllata, l’ipertensione può causare diversi problemi di salute e che tali sviluppi includono insufficienza cardiaca, la perdita della vista, l’ictus e le malattie renali.
Le cause della pressione alta
Per comprendere le cause che possono portare all’ipertensione, va innanzitutto ricordato che il cuore è un muscolo che pompa sangue al corpo.
Il sangue che ha bassi livelli di ossigeno viene pompato verso i polmoni, dove avvengono i rifornimenti di ossigeno. Il sangue ricco di ossigeno viene quindi pompato dal cuore al corpo per andare a “fornire” l’ossigeno a muscoli e cellule.
Il pompaggio del sangue crea il fenomeno della pressione.
Se una persona ha la pressione alta, significa che le pareti delle arterie ricevono troppa pressione in maniera costante.
Le cause della pressione alta si dividono in due differenti categorie:f
1. L’Ipertensione arteriosa essenziale: non ha una causa stabilita
2. Una pressione sanguigna alta di tipo secondario: esiste una causa sottostante a questa
Anche se non esiste una causa identificabile per l’ipertensione essenziale, vi sono prove scientifiche che collegano alcuni fattori di rischio alla probabilità di sviluppare la condizione.
La maggior parte delle cause sottostanti sono fattori di rischio per l’ipertensione essenziale. Ci sono anche cause o concause relative e che hanno un rapporto diretto con la pressione alta secondaria:
1) Età: più si invecchia più alto è il rischio di sviluppare la pressione alta.
2) Storia familiare: se si hanno dei famigliari che hanno sofferto di ipertensione, le probabilità di svilupparla sono significativamente più alte. Uno studio scientifico internazionale ha identificato otto differenze genetiche comuni che possono aumentare il rischio di ipertensione.
3) Temperatura: uno studio ha monitorato 8.801 partecipanti di età superiore ai 65 anni ed ha rilevato che i valori di pressione arteriosa sistolica e diastolica differivano in maniera significativa nell’arco dell’anno e in base alla distribuzione della temperatura esterna. La pressione sanguigna era più bassa quando diventava più calda e saliva quando diventava più fredda.
4) Origine etnica: alcuni studi hanno messo in correlazione questa patologia con l’origine etnica ed è emerso che le persone con ascendenza africana o dell’Asia meridionale hanno un rischio più elevato di sviluppare ipertensione, rispetto alle persone con antenati prevalentemente caucasici o amerindi (Indiani delle Americhe).
5) Obesità e sovrappeso: questo fattore è maggiormente noto, infatti sia le persone in sovrappeso che quelle obese hanno maggiori probabilità di sviluppare pressione alta, rispetto alle persone di peso regolare.
6) Alcuni aspetti collegati al sesso di nascita: in linea generale, l’ipertensione arteriosa è più comune tra gli uomini adulti rispetto alle donne adulte. Tuttavia, dopo i 60 anni di età sia gli uomini che le donne sono ugualmente sensibili.
7) Inattività fisica: l’assenza di un costante esercizio fisico, oltre a far “ottenere” uno stile di vita sedentario, aumenta il rischio di ipertensione.
8) Fumo: il fumo provoca il restringimento dei vasi sanguigni, con conseguente aumento della pressione sanguigna, inoltre va a ridurre anche il contenuto di ossigeno del sangue, quindi il cuore deve pompare più velocemente per compensare questa mancanza, andando a causare un aumento della pressione sanguigna.
9) Assunzione di alcol: le persone che assumono regolarmente alcol hanno una pressione arteriosa sistolica maggiore rispetto a chi non lo fa, secondo i ricercatori. Si è infatti scoperto che i livelli di pressione arteriosa sistolica sono circa 7 millimetri di mercurio (mmHg) più alti nelle persone che bevono frequentemente rispetto a quelli che non bevono.
10) Elevato consumo di sale: molti ricercatori hanno riferito che nelle società in cui le persone assumono meno sale, le persone hanno una pressione sanguigna inferiore rispetto ai luoghi in cui la gente mangia molto sale.
11) Dieta ricca di grassi: tanti esperti di alimentazione e salute nella loro esperienza professionale sostengono che una dieta ricca di grassi porta ad un aumento del rischio di ipertensione arteriosa. Pur calcolando questo dato, molti dietologi sottolineano che il problema non è la quantità di grasso consumata, quanto piuttosto il tipo di grassi che vengono assunti, ecco perché un controllo dell’alimentazione che elimini progressivamente i “grassi cattivi” è un buon metodo per scegliere una dieta sana. I grassi provenienti da piante come avocado, noci, olio d’oliva e oli omega fanno bene. I grassi saturi, che sono comuni negli alimenti di origine animale, all’opposto fanno male alla salute.
12) Il fattore stress mentale: diversi studi hanno fornito prove convincenti che lo stress mentale, soprattutto se prolungato e a lungo termine, può avere un grave impatto sulla pressione sanguigna. Quindi se avete sviluppato una condizione di stress è importante ristabilire un equilibrio emotivo e mentale che non faccia alzare i livelli di questa condizione e anzi riesca definitivamente a far sparire lo stress precedentemente accumulato.
13) Il diabete: le persone che hanno questa malattia hanno anche un grado di rischio più elevato di sviluppare ipertensione. Tra le persone con diabete di tipo 1, la glicemia alta è un fattore di rischio per l’ipertensione incidente ma va detto che un controllo efficace e coerente della glicemia, con l’insulina, riduce il rischio a lungo termine di sviluppare ipertensione. Le persone con diabete di tipo 2 sono a rischio di ipertensione a causa di alti livelli di zucchero nel sangue, e a tale aumento corrispondono anche altri fattori, come il sovrappeso e l’obesità, alcuni farmaci e alcune malattie cardiovascolari.
14) La psoriasi: avere la psoriasi è associabile ad un rischio più elevato di sviluppare pressione alta e diabete. La psoriasi è una condizione del sistema immunitario che appare sulla pelle sotto forma di chiazze squamose rosse e spesse.
15) La gravidanza: le donne in gravidanza hanno un rischio più elevato di sviluppare ipertensione rispetto alle donne della stessa età che non sono in gravidanza. È il problema medico più comune riscontrato durante la gravidanza per cui dei controlli costanti dovrebbero essere la norma.
I Sintomi della Pressione Alta
La maggior parte delle persone con pressione alta non avverte (purtroppo) alcun sintomo. Infatti questa tendenza ha assunto nel corso del tempo l’appellativo di “killer silenzioso” per questa ragione.
Va pur considerato che la pressione arteriosa può arrivare a raggiungere circa 180/110 mmHg, e in tal caso viene considerata un’emergenza medica nota come crisi ipertensiva. In questa fase, i sintomi evidenti saranno quelli che seguono:
• mal di testa
• nausea
• vomito
• vertigini
• visione sfocata o doppia
• sangue dal naso
• palpitazioni
• battito irregolare
• battito forte del cuore
• affanno
Se si riscontrano questi sintomi la persona interessata dagli stessi dovrebbe contattare il medico il prima possibile.
Si sono osservati fin qui i sintomi delle persone adulte, invece i bambini tendono a sviluppare altri sintomi tra i quali rientrano:
• mal di testa
• fatica
• visione offuscata
• epistassi
• Paralisi di Bell
• incapacità di controllare i muscoli facciali su un lato del viso
Ai quali si aggiungono in bambini neonati questi sintomi:
• incapacità di crescere
• irritabilità
• letargo
• problemi respiratori
Le persone a cui viene diagnosticata la pressione alta dovrebbero sottoporsi a frequenti controlli medici della pressione sanguigna.
Anche se la pressione è normale, occorre sempre farla controllare almeno una volta ogni cinque anni, e più spesso se si posseggono alcuni fattori contributivi allo sviluppo del problema.
Eventuali complicazioni
Qualora l’ ipertensione non venisse trattata o controllata, l’eccessiva pressione sulle pareti delle arterie può causare danni ai vasi sanguigni (malattie cardiovascolari) e agli organi vitali.
L’entità del danno dipende sostanzialmente da due fattori, il primo è la gravità dell’ipertensione, mentre il secondo è determinato dal tempo trascorso senza trattamento.
A seguire si riporta un elenco di alcune delle possibili complicanze della pressione alta:
• ictus
• infarto e insufficienza cardiaca
• coaguli di sangue
• aneurisma
• malattie renali
• vasi sanguigni addensati, stretti o lacerati nell’area degli occhi
• sindrome metabolica
• funzione cerebrale e problemi di memoria
Il trattamento
Il trattamento per l’ipertensione dipende da numerosi fattori, uno dei quali è la gravità, e poi ci sono i rischi associati allo sviluppo di ictus o cardiovascolari, malattie, ecc.
E per la pressione arteriosa leggermente elevata?
In questo caso il medico può suggerire alcuni cambiamenti dello stile di vita se la pressione sanguigna è solo leggermente elevata e il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari considerato piccolo.
Vi è anche la pressione alta moderata, in questo caso i medici ritengono che il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari nei prossimi dieci anni aumenti del 20%, il medico probabilmente prescriverà farmaci e consiglierà sui cambiamenti dello stile di vita.
L’ipertensione allo stato grave, pone dei livelli di pressione arteriosa pari a 180/110 mmHg o superiori, il medico in questo caso indirizzerà l’individuo a uno specialista.
I cambiamenti nello stile di vita possono certamente aiutare a ridurre la pressione alta, ma quali sono questi cambiamenti necessari?
Nota però che dovresti sempre consultare un medico o un operatore sanitario per discutere dei cambiamenti dello stile di vita prima di apportare tu stesso cambiamenti radicali.
1. Esercizio regolare: Svolgere un’ attività fisica da 30 a 60 minuti cinque giorni alla settimana di solito abbasserà la pressione sanguigna di una persona di 4 a 9 mm Hg.
Se ti imbarchi in un programma di esercizi dovresti vedere i benefici abbastanza presto – al minimo nel giro di due o tre settimane, specialmente se sei stato a capo di uno stile di vita sedentario per molto tempo.
Risulta assai importante assicurarsi di consultare il medico prima di intraprendere qualsiasi programma di attività fisica. L’esercizio deve essere adattato alle esigenze e alla salute della persona che ha sviluppato l’ipertensione.
Il segreto per ottenere il successo dall’esercizio fisico svolto è farlo regolarmente.
Esercitarsi nei fine settimana e non fare nulla dal lunedì al venerdì sarà molto meno efficace che allenarsi con cadenza regolare durante la settimana anche per minor tempo magari.
2. Perdere peso: Molti studi hanno evidenziato che anche una moderata perdita di peso può avere un impatto significativo nell’abbassare la pressione sanguigna elevata.
Se sei in sovrappeso, più ti avvicini al peso ideale più la pressione sanguigna tende a scendere.
Ridurre il girovita avrà effetto positivo. Raggiungere un peso corporeo bilanciato deve essere accompagnato come obiettivo da una combinazione di scelte e pratiche quali:
esercizio fisico
una buona dieta
un minimo di 7 ore di sonno di buona qualità ogni notte.
3. Eseguire costantemente delle tecniche di rilassamento: Un valido approccio alla gestione dello stress e, assieme, ad altre modifiche dello stile di vita può migliorare significativamente il trattamento del tipo di ipertensione più comune negli anziani.
4. Dormire bene: Non avere abbastanza sonno può aumentare il rischio in una persona di sviluppare la pressione alta.
Dormire bene è qualcosa che aiuta l’equilibrio psico-fisico, sono molti gli studi che lo attestano, ma se proprio non si riesce da soli a superare insonnia o sonno alterato, è possibile ricorrere a farmaci anti-ipertensivi presenti sul mercato.
Alcune persone potrebbero aver bisogno di assumere una combinazione di diversi farmaci per controllare efficacemente la loro pressione alta.
Alcune persone potrebbero dover assumere farmaci per controllare l’ipertensione per il resto della loro vita.
I medici possono consigliare l’interruzione del trattamento se l’individuo è riuscito a mantenere buoni livelli di pressione arteriosa per un dato periodo e non è considerato a rischio significativo di ictus o malattia cardiovascolare.
5. L’impiego di farmaci: Come anticipato dal punto precedente, ecco a seguire alcuni componenti presenti in diversi farmaci che possono aiutare a contrastare l’ipertensione:
1) Inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE). Gli ACE-inibitori bloccano l’azione di alcuni ormoni, come l’angiotensina II, ormoni che regolano la pressione sanguigna.
L’angiotensina II causa una costrizione delle arterie e un aumento del volume del sangue, con conseguente aumento della pressione sanguigna.
Le persone che si trascinano una storia di malattie cardiache, le donne in gravidanza o individui con condizioni che influenzano l’apporto di sangue ai reni non devono assumere ACE-inibitori.
I medici possono richiedere in tali circostanze, un esame del sangue per determinare se il paziente ha problemi renali preesistenti. Gli ACE-inibitori possono ridurre l’afflusso di sangue ai reni, rendendoli meno efficienti, pertanto sono richiesti regolarmente esami del sangue.
Va anche ricordato che gli ACE-inibitori possono avere degli effetti collaterali comuni, che di solito scompaiono dopo pochi giorni, tra questi rientrano:
• vertigini
• fatica
• debolezza
• mal di testa
• tosse secca persistente che può durare anche del tempo
2) Calcio antagonisti. I calcio bloccanti (CCB), tra le altre cose, riducono il calcio nei vasi sanguigni.
Una goccia di calcio rilassa la muscolatura vascolare in modo che non si vada a contrarre fortemente, con conseguente allargamento delle arterie.
Se le arterie sono più larghe la pressione sanguigna diminuirà. I pazienti che hanno un’ anamnesi capace di confermare le malattie cardiache, le epatopatie o problemi di circolazione non devono assumere antagonisti del calcio.
I calcio antagonisti possono avere i seguenti effetti collaterali più comuni, e che (anche in questo caso) possono scomparire entro pochi giorni:
• arrossamento della pelle, di solito nell’area delle guance o del collo
• mal di testa
• gonfiore alle caviglie, ai piedi e più raramente all’addome
• vertigini
• fatica
• eruzione cutanea
3) Tipologie di Diuretici: I diuretici tiazidici vanno ad agire sui reni per aiutare l’organismo ad eliminare sodio e acqua, con conseguente riduzione del volume di sangue, infatti un minor volume di sangue porta ad un abbassamento della pressione sanguigna.
Questi rappresentano quindi la prima scelta nei farmaci per l’ipertensione (ma non sono comunque l’unica scelta). I diuretici tiazidici possono causare anch’essi degli effetti indesiderati, alcuni dei quali possono persistere:
• basso contenuto di potassio nel sangue che può influire sulle funzioni renali e cardiache
• ridotta tolleranza al glucosio
• disfunzione erettile
I pazienti che assumono diuretici tiazidici devono sottoporsi regolarmente a esami del sangue e delle urine per monitorare i livelli di zucchero e di potassio.
Ai pazienti di età pari o superiore a 80 anni può essere somministrato indapamide, un tipo speciale di diuretico tiazidico che aiuta a ridurre il rischio di morte per ictus, l’insufficienza cardiaca e alcune altre malattie cardiovascolari.
4) Beta-bloccanti: I beta-bloccanti venivano in passato impiegati per il trattamento dell’ipertensione e infatti hanno maggiori effetti collaterali rispetto ad altri attuali farmaci ipertensivi, tendono ad essere usati oggi quando altri trattamenti non hanno funzionato proprio in virtù di questi effetti collaterali che sono:
• Riduzione della frequenza cardiaca e della forza del cuore, andando a causare un calo della pressione sanguigna
• fatica
• mani e piedi freddi
• battito cardiaco lento
• nausea
• diarrea
In aggiunta vi sono ulteriori effetti collaterali meno frequenti di quelli appena esposti, tra questi:
• sonno disturbato
• incubi
• disfunzione erettile
5) inibitori della renina: La renina è un enzima prodotto nei reni ed è coinvolta nella produzione di una sostanza nell’organismo denominata angiotensina I.
L’angiotensina I viene convertita nell’ormone angiotensina II, che restringe i vasi sanguigni. Vi sono sostanze farmacologiche che bloccano la produzione di angiotensina I in modo che i livelli di angiotensina I e di angiotensina II diminuiscano. Ciò causa l’allargamento dei vasi sanguigni, con conseguente calo della pressione sanguigna.
L’importanza di una corretta Dieta
Gestire la dieta può essere un modo efficace per prevenire e trattare l’ipertensione, questo significa che il paziente a rischio ipertensione dovrà mangiare molta frutta e verdura, carboidrati non raffinati di buona qualità, senza contare che dovrà assumere oli vegetali e oli omega.
Se si assumono prodotti animali occorre invece assicurarsi che tutto il grasso sia eliminato ed evitare anche le carni lavorate.
Abbassare il consumo di sale
Moltissimi studi nazionali e internazionali hanno dimostrato che anche una moderata riduzione di sale o sodio può abbassare i livelli di pressione sanguigna da 2 a 8 mmHg.
È infatti noto che il sale (o meglio il sodio) apporta se consumato in grandi quantità, varie problematiche all’organismo, oggi però è possibile scegliere anche delle diete che sostituiscano il sale con altre sostanze che insaporiscono i piatti.
Un esempio è la Dieta Dash che si concentra su cibi quali frutta, verdura, noci, semi vari, fagioli, latticini a scarso contenuto di grassi.
Ridurre il consumo di alcool
Alcuni studi indicano che il consumo di alcol aiuta a ridurre la pressione sanguigna, mentre altri dicono l’esatto contrario, come orientarsi?
Occorre osservare alla quantità come indichiamo noi stessi nel titolo di questo paragrafo.
In quantità molto piccole, l’alcol può abbassare la pressione sanguigna.
Ma se si beve troppo, anche in quantità moderate, in alcuni casi, i livelli di pressione arteriosa possono aumentare.
Le persone che bevono con regolarità più di una moderata quantità di alcol avranno quasi sempre elevati livelli di pressione arteriosa.
Il ruolo della Caffeina
Esiste un’ampia gamma di studi che documentano come la caffeina abbia un impatto sulla pressione sanguigna. Molti di questi studi sono contraddittori tra loro ma tutti concordano sul fatto che moderare l’assunzione di caffeina è consigliabile per le persone che presentano pressione alta.
Diagnosi
Le persone misurano due tipi di pressione sanguigna:
1. Pressione sistolica: questa è la pressione sanguigna determinata dal cuore che si contrae
2. Pressione diastolica: questa è la pressione sanguigna determinata dai battiti del cuore
Qualora dopo un esame il medico comunichi al paziente che la sua pressione arteriosa è 120/80 mmHg, significa che che si ha una pressione sistolica di 120 mmHg e una pressione diastolica di 80 mmHg.
Sfigmomanometro
Un misuratore molto conosciuto come misuratore della pressione, lo sfigmomanometro è un polsino gonfiabile avvolto attorno al braccio.
Quando il bracciale è gonfiato, limita il flusso sanguigno. Un mercurio o un manometro meccanico misura la pressione.
Uno sfigmomanometro manuale viene spesso impiegato insieme a uno stetoscopio.
Attraverso uno sfigmomanometro digitale tutte le misurazioni vengono eseguite con sensori elettrici.
Con i progressi nella nuova tecnologia questo strumento diventa indossabile, le persone possono ora tenere traccia della loro pressione sanguigna a casa ed effettuare così una lettura della pressione arteriosa che però (va ricordato) non è sufficiente per diagnosticare l’ipertensione in un paziente.
La pressione sanguigna delle persone può variare durante il giorno, una visita dal medico può aumentare la lettura perché il paziente è ansioso o stressato, avendo appena mangiato può anche influenzare temporaneamente le letture della pressione sanguigna.
Poiché la definizione di pressione alta o ipertensione è definita come “pressione sanguigna ripetutamente elevata“, il medico di base dovrà ottenere diverse letture per un periodo specifico.
Questo può richiedere tre misurazioni separate a distanza di una settimana e assai spesso il monitoraggio va avanti molto più a lungo prima che venga confermata una diagnosi.
In alcune rare occasioni, se la pressione sanguigna è troppo alta, o se è presente un danno agli organi, la diagnosi può essere fatta immediatamente in modo che il trattamento possa iniziare in maniera veloce. Il danno agli organi si riferisce generalmente al danno di quelli principali alimentati dal sistema circolatorio, come il cuore, i reni, il cervello o gli occhi.
Disturbi renali: se il paziente ha un’infezione delle vie urinarie, urina frequentemente o segnala dolore lungo il lato dell’addome, potrebbero essere segni e sintomi di una patologia renale.
Se il medico posiziona lo stetoscopio sul lato dell’addome e sente il suono di una scarica di sangue, potrebbe essere un segno di stenosi. La stenosi è un restringimento di un’arteria che fornisce il rene.
Effettuare Test aggiuntivi per la pressione alta
Oltre alle varie misure preventive e di azione viste in precedenza utili a contrastare la pressione alta, vi sono anche ulteriori test ed esami che il vostro medico vi potrà consigliare, tra questi:
• Esame delle urine e del sangue: le cause sottostanti a tale richiesta possono essere dovute al colesterolo, ad alti livelli di potassio, zucchero nel sangue, infezione, malfunzionamento dei reni, ecc. Proteine o sangue nelle urine possono indicare danni ai reni. L’alto glucosio nel sangue può indicare il diabete.
• Esercizio di misurazione dello stress test: più comunemente impiegato per i pazienti con ipertensione borderline. Questo stato di cose di solito richiede di pedalare su una bicicletta ferma o camminare su un tapis roulant. Lo stress test valuta in che modo il sistema cardiovascolare del corpo risponde all’aumento dell’attività fisica. Se il paziente ha ipertensione, questi dati vanno segnalati prima che inizi il test da sforzo. Il test monitora l’attività elettrica del cuore, così come la pressione del sangue del paziente durante l’esercizio. Una prova da sforzo a volte rivela problemi che non sono evidenti quando il corpo sta riposando.
• Elettrocardiogramma noto come ECG: questo test verifica l’attività elettrica del cuore e viene usato per i pazienti ad alto rischio di problemi cardiaci, come l’ipertensione e livelli elevati di colesterolo.
• Esame Holter: il paziente porta un dispositivo portatile ECG collegato agli elettrodi sul torace per circa 24 ore i dati successivi emersi verranno analizzati dallo specialista.
• Ecocardiogramma: questo dispositivo utilizza onde ultrasoniche che mostrano il cuore in movimento. Il medico sarà in grado di rilevare problemi quali ispessimento della parete cardiaca, valvole cardiache difettose, coaguli di sangue e liquidi eccessivi attorno al cuore.